Il Tango Milonguero è caratterizzato da una postura che porta in stretto contatto i due ballerini, un appraccio molto stretto che gli aregentini chiamano apilado. A differenza del Tango Salon i ballerini non tengono ciascuno il suo asse ma si ha un unico asse che è quello della coppia. Nel Tango Milongueri la postura dei due ballerini a "piramide" ( data molto di più dall'inclinazione della donna verso l'uomo), creano in basso lo spazio per il movimento dei piedi.
L'abbraccio tipico del Tango Milonguero è molto chiuso, con i due ballerino quasi di fronte anche nella parte più aperta dellì'abbraccio.
La coppia quindi è sempre in stretto contatto nella parte superiore del corpo con i ballererini stretti tra di loro anche in figure abbastanza dinamiche come giri e ochos, gestendo i movimenti con dissociazione o pittosto con perni (pivot) che consentono alla ballerina di giocare con gli angoli anche in spazi ristretti.
Le musiche preferite sono quelle con il ritmo dell'orchestra di Juan D'Arienzo, anche se questo tipo di abbraccio e stile consentono un'interpretazione ed una flessibilità maggiore in musiche come quelle di Osvaldo Pugliese. Una delle figure tipiche di questo stile è l' Ocho Cortado (detto anche soprattutto in Europa Ocho Minguero) dinamico e facilmente esiguibile nel milonguero con tutte le sue varianti.
Chi viene visto come il maggiore rappresentante del Tango Milonguero ? Tete Rusconi senz'altro (Pedro Alberto Rusconi), per aver adottato nel suo Tango l'abbraccio serrado e il mantenere un unico asse nella coppia.
Il grande ballerino argentino non riconosce però il Tango Milonguero come uno stile "storico" vero e proprio, ma lo identifica solo come una variante apprezzabile del Tango Salon. Sulle differenze negli stili dobbiamo tenere presente che molte definizioni sono molto europee e nordamericane, quindi necessarie in questi contesti culturali dove si ha bisogno di etichettare tutto anche a fini promozionali.
In società altamente strutturate dove spesso la strutturazione coinvolge fortemente (diventando omologazione) anche i rapporti personali (meno nel Nord America dove la varietà e diversità in espressione e stile di vita danno una flessibilità molto maggiore) si ha la neccessità di etichettare qualsiasi cosa non rientri strettamente nello schema predefinito conosciuto. Quindi mentre <tete Rusconi diceva di ballare il Tango e basta, chi cerca di imitarne lo stile ha bisogno di identificarlo meglio 🙂