i trucchi dei Tangueros

I trucchi dei Tangueros ? Qui Astor Piazzolla, in un suo aneddoto, ci dice di averli imparati, ma non dice quali siano… leggendo quanto raccontano Carlos Gavito o Pablo Veron o Miguel Zotto pare che questi trucchi non si imparino a "tavolino", ma ascoltando: ascoltando la musica e le emozioni che si provano mentre si balla, ascoltando la propia ballerina ed ascoltando il proprio ballerino.

"Ho imparato i trucchi dei tangueros, quei trucchi intuitivi che mi hanno aiutato in seguito. Non riuscivo a definirli tecnicamente, sono forme di gioco, le forme di sentimento: è qualcosa che viene da dentro, spontaneamente." (Astor Piazzolla)

Tempo fa ci hanno scritto che Astor Piazzolla non si interessava tanto dei ballerini di Tango, in effetti in tanto del lavoro di Piazzolla la ricerca dell'artista è sempre molto incentrata su sonorità, melodie, ritmi…ma tutto questo il maestro lo vedeva inquadrato in uno scenario che non poteva che essere quello del Tango Argentino. Quello della cultura e dello stile che anima questa musica e questa danza. Qualcosa proprio della sua città di origine, Buenos Aires…

"Senza le strade o i crepuscoli di Buenos Aires, il tango non può essere scritto…" (Astor Piazzolla)

Vedendo oltre i passi si apre un mondo di cultura e poesia che poi è molto il fascino del Tango Argentino che lo ha portato a diffondersi in tutto il mondo. I trucchi dei Tangueros di cui ci parla Astor Piazzolla fanno parte di un mondo dove ci si muove tra rudezza e dolcezza, tra passione e trasporto a tristezza e abbandono… in una cultura fatta di codici di rispetto ed educazione, di galanteria se vogliamo e di eleganza.

Pensiamo al personaggio di Carlos Gavito come ce lo descrive Maria Plazaola o chi lo aveva incontrato in vita: dolcezza e rudezza, venerazione per la propria ballerina ma anche determinazione nell'affermare che la passione non poteva esistere senza controllo, controllo che le dava una direzione ma non la imbrigliava. Per esprimersi nel ballo che è un linguaggio corporeo bisogna ascoltare e comunicare in modo più intenso, andare quindi un po' oltre rispetto a quanto siamo abituati a fare quotidianamente…

Piazzola ci vuole anche dire che per chi è vissuto in un ambiente dove questi linguaggi si sono sviluppati, questi stessi sono familiari… non si possono tanto definire tecnicamente quanto sentirli, come un qualcosa che ci scuote, che lasciamo arrivare in modo spontaneo…

 

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